Titolo originale: 愛のむきだし Ai no mukidashi
Paese: Giappone
Anno: 2008
Regia: Sion Sono
Oggi mi concedo una doverosa digressione, Love Exposure non è un film horror.. quantomeno non nel senso tradizionale del termine.
La trama sarebbe semplice, se non ci fossero così tanti piani interpretativi da renderla più complicata di una soap opera condita da elementi thriller e psicologico-onirici: un uomo, rimasto vedovo, prende i voti e diventa prete. In seguito intraprenderà una relazione illecita con una donna leggermente (leggasi parecchio) pazza e una volta mollato dalla suddetta cominceranno i veri guai per tutti. Yu, figlio esemplare del non tanto esemplare padre, costretto a confessare ogni giorno peccati inesistenti si trova ben presto a doverne commettere di reali per soddisfare la "brama da confessore" del genitore.
L'escalation che ne segue ci porterà ad assistere alle varie peripezie del novello voyeur, che una volta innamoratosi della ragazzina emo (ed esponenzialmente stupida) di turno finirà col rimanere intrappolato nell'abile ragnatela tessuta da una perfida Koike, ragazza completamente fuori di senno che capeggia una setta di stampo cattolico.
Come tutti i film di Sion Sono, nonostante l'imbarazzante quantità di elementi comici ed ironici, anche Love Exposure precipita inesorabilmente verso una spirale di violenza reale ma soprattutto psicologica, in cui la mente dei vari personaggi (e dello spettatore) viene man mano destrutturata e stravolta, andando a riformare puzzles quasi del tutto incomprensibili.
Apparentemente leggero e divertente, questo film è tutt'altro che superficiale o "facile" da digerire. Non mancano episodi grotteschi e dal sapore vagamente splatter, che non vanno comunque ad incidere in maniera decisiva quella che è una suspance presente fin dalle prime scene.
Si sorride, si ride, ci si commuove, ci si arrabbia.. sempre perfettamente coscienti che la fine, la crisi, il disastro.. stanno per arrivare.
Il film sarebbe dovuto durare ben sei ore, ma ci perviene nella versione rivisitata per le sale cinematrografiche, quattro ore di delirio e di cruda e acida denuncia: un credo, un dogma, un pensiero.. hanno la forza distruttiva di mille spade.
Voto? 10.
Nessun commento:
Posta un commento