Paese: Giappone
Anno: 2007
Regia: Takashi Miike
Raita Kazama (Kazuya Nakayama) è un detective privato un po' fuori dalle righe, una sorta di Magnum PI nipponico senza Ferrari e lusso sfrenato. Raita Takashima (Kuroudo Maki) è impiegato d'ufficio, esperto in computers e hacker di medio livello, tranquillo, morigerato, ligio al dovere. Due uomini completamente diversi che si ritrovano non solo a condividere lo stesso nome.. ma anche a diventare vicini di casa in uno degli ormai soliti palazzi fatiscenti tanto cari ai film horror.
Quello di Miike non è però un classico titolo dell'orrore, non è nemmeno una detective story e non può essere definito nemmeno comico, nonostante la costante presenza di scene, battute e personaggi che di ridicolo hanno davvero tutto.
La trama si sviluppa attorno ad una serie di omicidi piuttosto cruenti, un ufficio di polizia che brancola nel buio buttandosi alla persecuzione di 4 sospettati a caso, fra cui il nostro Raita detective. L'uomo, innocente, parte così in una rocambolesca ricerca del vero colpevole aiutato dall'assistente Nagamine e dall'involontaria partecipazione del vicino suo omonimo.
A fare da sfondo ..la figura inquietante e grottesca di un artista un po' (tanto) sessuomane e attratto dall'occulto, fedele seguace del pensiero di Rudolf Steiner (leggasi ossessionato da..) e osannato dai critici d'arte come genio incompreso dell'epoca contemporanea.
Non sta a me svelare il finale, degno della migliore soap opera americana.. con colpi di scena e twists dal sapore vagamente paradossale, alla M. Night Shyamalan.
Miike stupisce, ossessiona, diverte, intrattiene e porta a pensare. Tutto in una pellicola. Anche se non trovo Tantei all'altezza di molte sue altre opere, è comunque un omaggio al cinema di genere che trova spazio nel sabato sera freddo e senza sapore di chi non può uscire di casa. Un film scartabilissimo, con evidenti cadute di ispirazione ("omaggi" a film come Il Silenzio degli Innocenti, ufficialmente) e battute scontate, che contribuiscono a diminuire sensibilmente la credibilità del cinepanettone nipponico.
Trascurabile.
Voto: 5
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