lunedì 24 novembre 2008

Lhorn





Titolo originale: Lhorn - Soul
Paese: Thailandia
Anno: 2003
Regia: Arphichard Phopairoj


La gita di un gruppo di ragazzi alla vecchia casa di famiglia di uno di loro si trasforma in occasione perfetta per sciorinare vecchie storie su fantasmi e possessioni poco simpatiche. Il tutto calato nella Thailandia rurale dei villaggi e delle campagne che fanno poco Alpitour e molto Linea Verde.

Filo conduttore di tutto il film è il dialogo fra Sao e Manao (non sto scherzando..) che insieme ad un amico ripercorrono le antiche leggende soprannaturali che popolano il loro paese. Partendo da un malefico libricino nero (dejavù) assistiamo a diversi episodi, ognuno dei quali legato ad un diverso tipo di fantasma o spirito e luogo di provenienza: abbiamo lo spirito mangia polli crudi, lo spirito libidinoso ninfomane, lo spirito spaventapasseri che vive in una pianta, lo spirito albero vendicativo.
Tutti legati alla natura, tutti in qualche modo strettamente connessi ad una pianta o simile.
Se l'idea di fondo non è malvagia, i personaggi di contorno presenti nella casa e le ridicole scene che si svolgono ai giorni nostri bastano ad abbassare il punteggio generale del film, rendendolo spesso scialbo, risibile e ben poco pauroso.
Interessante comunque osservare la minuziosa riproduzione di realtà e luoghi in genere snobbati dalla cinematografia (se non in occasione di documentari o film denuncia) che rendono estremamente esotico e realista l'intera architettura di un film altrimenti difficile da seguire senza appisolarsi almeno mezz'ora o più..

Visivamente semplice e di poche pretese, un film tutto sommato piacevole ma non indispensabile. Da vedere per chi ha uno spiccato interesse per la Thailandia, per le leggende e per i fantasmi. O per chi, come me, si sottopone volontariamente alla tortura perchè in fondo appassionato al genere.
Sconsigliato a tutti gli altri.

Voto: 4,5

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