Titolo originale : Inhyeongsa
Anno: 2004
Paese: Corea del Sud
Regia: Yong-ki Jeong
Qualche notte fa ho deciso di rovistare tra i miei dvd e sono finita a guardare uno degli ultimi acquistati nel delirio pre-natalizio : "Inhyeongsa - The Doll Master" , un film che non prometteva niente di speciale.. il classico polpettino (l' "-one" lo riservo solo allo scempio italiano) horror-esistenziale di provenienza coreana. Dopo la sfilza di deludenti titoli visti recentemente non mi aspettavo proprio nulla.
E qui mi sbagliavo.
Con mia grande sopresa, questo film si è rivelato piacevole al punto da indurmi a recensirlo per primo (il fatto che avessi già da parte qualche appunto non deve assolutamente influenzarvi...).
La trama è piuttosto semplice, ispirata al modello Agatha Christie : un gruppo di persone si ritrova in un luogo chiuso e oscuro, con clo scorrere delle ore tali persone vengono uccise una per una ed inevitabili piovono i sospetti sui sopravissuti di turno. Niente di eccezionalmente originale, se non fosse che in questo caso ci troviamo in una sorta di maniero-museo (che di coreano ha ben poco.. per non dire niente) nel bel mezzo di una foresta e che tale maniero è abitato da una acida artista su sedia a rotelle. Vero protagonista della vicenda è l'insieme di orribili-bellissime bambole che abitano ogni anfratto della casa: ricorda un po' "House on the Haunted Hill", solo che allora
il manicomio era reale e non metaforico.. come nel caso di Inhyeongsa.
La maggior parte delle bambole deriva (diciamo pure che è stata acquistata..) dalle splendide creazioni di Volks (Giappone) e Custom House (Corea), ma la vera opera d'arte è la serie di manichini che troviamo nelle stanze degli ospiti a reggere il lampadario, lo specchio, gli abiti... spaventosamente meravigliosi (perfino per chi, come me, non ha mai avuto la doll-fobia). L'elemento soprannaturale non si presenta subito, ma prende vita piano piano.. in una lenta spirale verso l'orrore e verso la scoperta finale della verità che ci porta con una certa malinconia e nostalgia a quei pomeriggi passati a giocare nel prato, quando avevamo 4 anni.
In poche parole.. uno splendido film. Forse non completamente originale, ma molto meno banale di tanti altri e di sicuro impatto visivo/psicologico .
Il mio voto: 8,5/10 .
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