martedì 14 luglio 2009

February 29



Titolo originale: 2월 29일 - 어느날 갑자기 첫번째 이야기 (2 Wol 29 Il - Eo-neun-nal Kab-ja-gi Cheot-beon-jjae I-ya-gi)
Paese: Corea del Sud
Anno: 2006
Regia: Jeong Jong-hoon


Un film strano, che si colloca all'interno di una serie composta da altri tre capitoli tra di loro indipendenti: 4 Horror Tales.

Ji-yeon lavora come casellante ad un'uscita autostradale anonima come tante altre, passa il tempo nel piccolo ufficio che le fa da casa ogni notte guardando la tv, chiaccherando con l'amica Jong-sook e vivendo tutto sommato un'esistenza dignitosa. Tutto fila liscio finchè una notte le si presenta davanti una misteriosa automobile nera dalla quale una mano ricoperta di sangue le porge un biglietto macchiato di rosso.
Da questo momento seguirà una escalation di incubi e omicidi, che porteranno Ji-yeon ai limiti della follia fino alla conclusiva reclusione in un ospedale psichiatrico, luogo dal quale in realtà ha inizio e fine tutta la vicenda.
Filo conduttore dell'intero film è il dubbio: dubbio fra cioè che è sucesso e cioò che viene immaginato, fra ciò che è vero e ciò che è falso, fra racconto delirante e realtà dei fatti. Sintomatica il dialogo finale: "Bene, ora sai la verità: sta a te tirarne fuori una storia" " [...] ma se la realtà sembra finzione, non so a cosa credere."

Un film che non brilla certo per originalità o fantasia, ma non troppo scontato. Nonostante gli immancabili momenti di suspance, sangue e (tentato) terrore, February 29 dimostra comunque una certa ricerca di profondità. Motivo per cui non sarebbe giusto condannarlo totalmente, soprattutto se confrontato con gli altri capitoli della raccolta, che di inedito hanno ben poco.

Registicamente tranquillo, non pretenzioso, mostra comunque un certo gusto per il gioco cromatico e l'inganno psicologico. Pochi attori in grado di caratterizzare discretamente personaggi purtroppo stereotipati, riescono ad ogni modo ad elevare il livello della pellicola da mediocre a passabile.
Carino.

Voto: 6




White Lady



Titolo originale: White Lady
Paese: Filippine
Anno: 2006
Regia: Jeff Tan



Pearl si iscrive al college insieme all'amico di infanzia e si trasferisce in un campus dall'aria un tantino hippie, in una città non ben definita, su un'isola non ben definita, nelle Filippine. E' povera, proviene da un'isoletta sperduta e per giunta fa parte di una "etnia" malvista nella grande città. Buona e sincera, viene presa di mira dal classico gruppo di bulli scolastici (in questo caso ragazzette alla moda un po' scosciate e stupidotte) salvo poi finire col diventare la fidanzatina del classico belloccio della situazione (con conseguente disperazione del povero amico frustrato).

Fin qua nulla di originale. Anche l'apparizione del fantasma di turno, la solita donna bianca coi lunghi capelli neri, non fa che aggiungere ovvietà al già ovvio copione trito e ritrito. Naturalmente il tutto si risolverà in un'escalation di colpi di scena e scoperte degne della migliore soap opera made in U.S.A. , fino all'altrettanto scontato lieto fine.

Registicamente pari al filmino della comunione di mio cugino, che risale probabilmente all'epoca precambriana, e popolato da attori espressivi quanto una salma durante un funerale, White Lady è di fatto una perla nel panorama horror filippino, che di fatto è pressochè inesistente.
Interessante comunque l'ambientazione, soprattutto per quanto riguarda la magione in cui sembrerebbe abitare una fantomatica Christina (no, la Casa di Cristina, per quanto brutto film, non c'entra purtroppo) che riporta alla mente le antiche dimore coloniali di New Orleans e dintorni. Divertente per noi occidentali anche l'audio originale popolato da frasi in inglese mescolate a idioma locale in una sorta di minestrone linguistico a tratti esilarante.

Un film da vedere per farsi quattro risate con gli amici, se proprio tutti i bar della zona sono chiusi e il cane ha già fatto la passeggiatina serale.

Voto: 4